lunedì, marzo 14, 2011

Pillole radioattive

Le 52 centrali nucleari giapponesi sono in genere decisamente vecchie. Quella di Fukushima I è dotata di un reattore di seconda generazione, ha più di 40 anni. Oltre ad essere uno dei più grandi, è anche uno degli impianti più vecchi del mondo. Si dice che da noi il problema non ci sarà, perchè costruiremo centrali "moderne", di terza generazione (anzi, III+).
Si, certo: ma quarant'anni dopo la costruzione, che ne sarà di esse?

Il nuovo programma nucleare italiano (avviato con l’approvazione della legge 99 del 23 luglio 2009 riguardante “Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia” e con il relativo Decreto attuativo dell’art. 25 della medesima legge approvato nel 2010), prevede la messa in rete della prima centrale nucleare di III generazione all’orizzonte del 2020. (fonte: Enea).

Io pavento: i nostri discendenti si troveranno, nel 2060, alle prese con 10 centrali vetuste, che - temo - verranno forzatamente tenute aperte poichè nessuno, OGGI, affronterà il tema della dismissione e delle scorie, tema che verrà lasciato in eredità alle generazioni future (il ciclo di vita di una centrale nucleare è oggi valutato in circa 30 anni. Tra il 2020 ed il 2040 è possibile che venga resa disponibile la cosiddetta tecnologia nucleare di quarta generazione).

Credo che in questo paese, oggi, non ci siano NEMMENO LE CONDIZIONI per aprire un dibattito sul nucleare. Una classe dirigente corrotta, sospetta di collusione con le mafie, platealmente bugiarda, è sostanzialmente priva di affidabilità e di credibilità. Con gente del genere, impossibile pensare di ragionare sul futuro del paese, tantomeno sull'uso di una tecnologia intrinsecamente pericolosa. Persino i governi dei paesi normali raccontano balle sul nucleare, figuratevi il nostro.

Ricordo che negli anni '80, quando era attiva la centrale nucleare di Caorso, le misure di sicurezza erano copiate da quelle americane (i piani erano simili a quelli delle centrale di Three Mile Island, che ebbe un grave incidente nel 1979). Peccato che i raggi delle aree previste per le evacuazioni fossero stati ridotti di un fattore 10. I 30 km dei piani statunitensi erano stati ridotti a 3. Perchè? Beh, semplice: con i piani di sicurezza americani, in caso di incidente si sarebbero dovute evacuare entrambe le città di Piacenza e Cremona, che distano in linea d'aria una ventina di km dalla centrale. E dove le mettiamo 200.000 persone e passa? Impossibile.
E allora, dividiamo per 10. Questo è il modo serio in cui si affronta l'emergenza in Italia.

Uhm, la cosa fece scuola anche in altri campi: nel 1986 il Ministro della Sanità Donat Cattin moltiplicò per 10 il limite concentrazione di atrazina (un erbicida cancerogeno) ammesso nell'acqua potabile. L'ordinanza fu prorogata per tre anni, fino a quando le aziende si decisero ad eliminare l'atrazina dai diserbanti.

Ah, Donat Cattin...son giusto passati vent'anni dalla sua morte. Un grande democristiano di sinistra, davvero, di spessore. Partigiano e sindacalista, fu sempre vicino al mondo del lavoro e fu padre, con Gino Giugni, dello "Statuto dei Lavoratori". Quando il figlio Marco fu arrestato come appartenente a Prima Linea, lasciò la politica per 5 anni.
Come tutti coloro che fanno, sbagliò molto, e - visto il suo carattere deciso - sempre in modo molto clamoroso. Atrazina a parte, fecero scandalo la frase "L'AIDS ce l'ha chi se la va a cercare", e la sua posizione contro l'uso del preservativo in piena fase di diffusione del virus.

Fu sempre Donat Cattin, come Ministro dell'Industria, a varare il Piano Energetico Nazionale che, nel 1975, prevedeva la costruzione di 20 centrali nucleari da 1000 MW: il piano fu poi ridotto a 6 impianti, e ne furono effettivamente costruiti solo due (Caorso, 860 MW e Trino Vercellese, 260 MW), che si aggiunsero ai preesistenti di Latina e Garigliano. (Fonte: Aspo Italia).

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