venerdì, dicembre 07, 2007

Quando "piccolo è marcio"

Sono sempre stato, in ambito sociale, un convinto assertore del concetto che "piccolo è bello".
Nel senso che ho sempre creduto che, nelle piccole comunità, le relazioni umane potessero essere migliori e più feconde di quelle che si creano in situazioni di massa.
Ho sempre pensato che, se uno guarda negli occhi il suo prossimo e ne condivide lo spazio fisico, tende a comprenderlo meglio, a sentirlo più simile, a far cadere le distanze, ad avvicinarsi di più a lui anche con il cuore.
Beh, ogni tanto accadono cose che mi smentiscono clamorosamente.

Nella mia zona, esistono due settimanali locali molto letti. Tendono spesso a vellicare le istanze peggiori del pubblico "popolare" a cui si rivolgono, ma stavolta hanno varcato davvero il segno.

Accade che, più o meno un anno fa, una ragazza maggiorenne decide, una sera, di far l'amore con tre ragazzi, tutti giocatori di una squadra di calcio locale.
E questo è un fatto privato, su cui non è assolutamente necessario avere opinioni (vi sconvolge l'amore di gruppo? pazienza, problemi vostri:l'importante è che non siate obbligati a farlo, ma non dovete giudicare chi lo fa da adulto consenziente).
La complicazione (e la notizia, e questo post) nascono dal fatto che, durante il convegno amoroso, uno dei ragazzi partecipanti sfodera un telefonino e filma tutto.
La ragazza, ingenuamente, non si preoccupa: ed invece è sempre importante preoccuparsi, quando fai entrare nella tua sfera intima uno che non conosci bene e di cui non puoi prevedere i comportamenti.

Il ragazzo, infatti, che è un tipico maschio italiano, dopo un po' inizia a far girare il video, probabilmente per vantarsi con gli amici delle sue prodezze amatorie. Come accade di questi tempi, un anno dopo il video finisce su YouTube, e prontamente i due giornali locali sparano la questione in prima pagina.
Se la notizia fosse stata corretta, avrebbe dovuto essere: "Una carogna tradisce la fiducia della persona con cui ha fatto l'amore", e avrebbe dovuto essere seguita dall'additare al pubblico ludibrio il farabutto possessore del telefonino.
Immaginate benissimo che non è andata così, ed in prima pagina la notizia è "il video hard scuote il mondo del calcio locale": e vai con le considerazioni morbose, e vai con l'esposizione alla gogna pubblica di un fatto privato.
Gli articoli continuano per settimane, e sono ammiccanti, danno di gomito, fanno l'occhiolino: in una parola non dicono quel che dovrebbero se proprio si dovesse parlare del fatto, cioè che lui è un bastardo, un farabutto, uno che andrebbe cacciato dalla comunità per tradimento, ma sottintendono - neppure velatamente - che la notizia è... LEI. I suoi comportamenti, le sue libere scelte, la sua libertà di fare sesso come e con chi gli pare.
A casa mia questo si chiama STUPRO, anche se mediatico, e la violenza esercitata dai giornalisti su questa ragazza andrebbe punita come se la violenza fosse stata fisica e di gruppo.
Non so chi sia, questa ragazza, ma vorrei portarle tutta la mia solidarietà, come vorrei fare con tutte le donne che subiscono violenza: e portare davanti ad un giudice severo e spietato questo piccolo mondo, per una volta non bello ma marcio, con i suoi sorrisini, i suoi sarcasmi, la sua sciagurata ipocrisia.

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