lunedì, maggio 21, 2007

Come si uccide la scuola pubblica/1

Venerdì, a Torino, una manifestazione congiunta dei sindacati della scuola e del Coordinamento Genitori ha riportato l'attenzione sul dramma delle risorse finanziarie della scuola. L'intero sistema scolastico piemontese ha circa 100 milioni di euro di debiti. Molti istituti non pagano da mesi le supplenze e la tassa rifiuti. Le carenze di organico sfiorano, nella regione, le 2000 unità tra la scuola di primo grado e quella superiore.

A tre scuole elementari di Torino (ma è solo l'inizio) è arrivata l'ingiunzione di pagamento della Tarsu che prelude al pignoramento dei beni: la prospettiva, malgrado gli sforzi delle istituzioni, è che arrivi l'ufficiale giudiziario a portarsi via computer, stampanti e fotocopiatrici.

Tutte le scuole, a causa del taglio dei trasferimenti da parte del Ministero iniziati nel 2003, stanno entrando in una drammatica spirale debitoria. "Nonostante il Comune di Torino abbia ridotto di molto la Tarsu alle scuole, dal Ministero arriva circa la metà di quanto serve per il funzionamento della scuola pubblica." afferma Silvia Bodoardo, che guida il Coordinamento Genitori di Torino.

Domenica 20 maggio, l'Associazione Nazionale Dirigenti e Alte Professionalità della Scuola (!) ha fatto pubblicare su "Repubblica" un drammatico appello al Presidente della Repubblica. I dirigenti scolastici ricordano che le risorse destinate alla scuola per il 2007 continuano ad essere drammaticamente insufficienti. Grave l'aspetto supplenze: prima venivano pagate a consuntivo, ora, esaurita la preventiva dotazione attribuita, non si potranno più pagare gli stipendi.
Viene stimata una sofferenza finanziaria della scuola pubblica valutabile ad oggi in quasi un miliardo di euro solo per il normale funzionamento.

I supplenti non vengono più pagati, e quindi neppure più chiamati: le classi rimangono orfane non solo di didattica, ma anche di vigilanza. La scuola pubblica italiana vive ormai di espedienti, "trascurando la missione primaria di assicurare una istruzione di qualità".

L'appello finale al Presidente Napolitano è drammatico: se la situazione continua così,"il diritto all'istruzione diventerà un'enunciazione teorica, sempre più svincolata dalla realtà. La scuola di tutti ...si trasformerà in ulteriore strumento di discriminazione tra i cittadini."

La situazione è grave. E' necessario che, come cittadini e genitori, si assuma la difesa della scuola pubblica (e laica, ma di questo parlerò in seguito) come baluardo di uno Stato di cui dobbiamo impedire la disgregazione. E'incredibile che sia un Governo di Centrosinistra a perseguire la distruzione sistematica della scuola pubblica, ma questa forse è una ragione in più per mobilitarsi ed impedirlo, in nome di una visione del mondo nuova e diversa da quella stantia e deludente che sembra dominante in tutti gli aspetti di questo Paese.

E' importante iniziare ad informarsi e ad agire, e qui fornisco alcuni punti di partenza:
il Coordinamento Genitori di Torino;
l'Associazione Nazionale Genitori e Scuola.

Qui troverete informazioni ed iniziative già avviate sul tema delle risorse finanziarie della scuola.

Diverso il discorso sulla laicità della scuola, anch'essa fortemente (e paradossalmente) minacciata dal Governo e dal Ministro Fioroni: ma su questo aprirò un capitolo a parte.

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