martedì, gennaio 23, 2007

Downgrade/1

Ho deciso: il mio progetto di vita per il futuro si chiamerà così.
Ho ragionato a lungo, in passato, sul concetto di "sviluppo sostenibile". E sono arrivato alla conclusione che sia un obiettivo fuorviante. E' sbagliato in sè il concetto di sviluppo "infinito": impossibile, insensato, e anche immorale in quanto non può coinvolgere tutta l'umanità.
Adesso, poi, gli effetti di un'idea dello sviluppo "tout cout" sono così drammaticamente visibili che nessuno può più fare finta di ignorarli.
E non parlo della mimosa che fiorisce a gennaio nel mio giardino o dei ventisette gradi a Torino di venerdì, ma delle guerre che insanguinano sempre più il pianeta - senza alcuna speranza di cessazione - per il controllo delle risorse energetiche: oggi il petrolio e il gas, domani l'acqua...
Serve un passo indietro. Qualcuno lo chiama "decrescita felice". E va benissimo.
Ma visto che è anch'esso un obiettivo troppo complicato, parto da qualcosa di più semplice.
Un downgrade personale significa il progressivo abbandono delle funzionalità superflue. Il ritorno al "core" (in inglese, ma anche in napoletano!!!!) di noi stessi, al motivo per cui siamo nati.
Il superfluo è bello, ma in questo momento particolare ha costi così gravosi per l'umanità che è necessario liberarsene.
Il processo di semplificazione di se stessi può partire più facilmente se smettiamo di leggere e guardare la pubblicità commerciale: essa è la promozione di falsi bisogni e di risposte ad essi, ma se partiamo dall'idea che ne abbiamo già troppi, di falsi bisogni incorporati, capiamo bene che il tempo dedicato ad assorbirne di nuovi è tempo sprecato.
Il modello di vita a cui ispirarci non deve più essere esterno a noi, ma deve essere in noi: noi siamo il vero, unico modello di noi stessi, quel che POSSIAMO essere è - se non ci distraiamo - il meglio che possiamo dare al mondo.
Solo noi conosciamo le nostre potenzialità, le nostre capacità: se non sprecassimo energie per diventare qualcosa di diverso e che non ci appartiene, le impiegheremmo per essere nient'altro che noi stessi.
Questa consapevolezza mi sembra un buon punto di partenza per ripensare noi stessi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Lupo, a volte mi capita di leggere cose sul tuo blog che collimano esattamente con il mio modo do vedere le cose.

Questi giorni sto cambiando casa, voglio vedere se riesco a farmi abbassare il numero di KW sul contratto della corrente, potrebbe essere un buon metodo per stare più attento ai consumi.

Andrea Rendi ha detto...

Caro Lupo,
mi sembra che dal tuo post traspaia il desiderio di un maggiore spazio personale, creato eliminando il superfluo materiale, ma anche psicologico più o meno indotto dall'adesione a volte automatica a modelli di vita, comportamento, consumo che non ci appartengono completamente e realmente. Downgrade/1 rimanda ad un Downgrade/2 che ancora non c'è, ma già incuriosisce. Ciao