mercoledì, dicembre 20, 2006

AUGURI

Auguri a questo paese un po' stanco ed un po' isterico: ne ha bisogno.
Auguri a quelli che non stanno bene, e si affidano con fiducia alla sanità pubblica (senza nessun bisogno di andare fino a Cleveland).
Auguri a quelli che sono senza soldi, e scoprono che - smontando pezzo a pezzo tutti i falsi bisogni a cui siamo quasi tutti incatenati - forse si può trovare una via alla felicità (o almeno alla serenità) anche col portafoglio vuoto.
Auguri a quelli che stanno pensando intensamente ai propri amici, ai propri cari, e sfruttano questo periodo per rinforzare i legami spruzzandoci sopra dosi consistenti di affetto, di amicizia e di calore.
Auguri a quelli che passeggiano per le strade delle città respirando veleni senza nessuna possibilità di difesa, soprattutto gli anziani ed i bambini.
Auguri a quelli che stanno in montagna e non vedono più la neve cadere, nell'inverno caldissimo e strano che stiamo vivendo.
Auguri a quelli che sono cortesi, che riescono a mantenersi gentili anche in questi tempi di barbarie, a quelli che danno una mano agli altri nelle case e nei luoghi di cura, a quelli che stanno in piazza al freddo con i banchetti per qualsiasi motivo.
Auguri a quelli che costruiscono, con le mani e con le parole, un mondo in cui sia ancora possibile stupirsi come bambini.
Auguri a quelli che sorridono, che si emozionano, che muoiono in pace e lontano dai riflettori.
Auguri.

giovedì, dicembre 14, 2006

Le mamme degli imbecilli (anche nell'Unione) sono sempre incinte

Che l'Unione non riesca a farsi capire sulla Finanziaria e registri un crollo dei consensi, ci può stare benissimo: in una società abituata a credere alle favole, ai lustrini, alla esaltazione degli egoismi, al successo ed a sorti magnifiche e progressive, l'idea che bisogna fare sacrifici per salvare qualcosa che è di tutti non è particolarmente popolare.
Ma e' proprio il caso di fare sciocchezze come criticare il film di Natale di Boldi, e in questo modo consentire al tristo attore di fare dichiarazioni pubbliche, dare pubblicità al suo inutile lavoro e farlo passare pure per una vittima della censura?
Chissenefrega di Boldi, nello stato in cui è ridotto questo paese?
Bisogna proprio essere scemi...

mercoledì, dicembre 13, 2006

Frammenti di memoria


Pinochet, con i suoi occhiali scuri e la divisa. Un'icona sinistramente simile a Francisco Franco, morto nel 1976 con una agonia prolungata oltre il verosimile.
Pezzi di fascismo malati e putrefatti che finalmente se ne vanno, anche se - ahimè - dolorosamente impuniti rispetto ai crimini commessi: dove il corpo del leader rappresenta anche fisicamente l'idea di una società oscura, sanguinosa, colma di odio.
E, ieri, l'ennesimo anniversario della strage di Piazza Fontana. Quando ero studente e anarchico, negli anni '70, eravamo già in pochi a ricordare, a fare manifestazioni nel gelo torinese con le bandiere nere per ricordare le vittime (Pinelli incluso), il depistaggio, la strategia della tensione.
Ora la memoria di quei fatti sembra definitivamente persa e lontana. La TV ha preso il posto delle bombe nelle banche, e si sgombrano i cervelli dalle idee, come allora si tentò di fare con il terrore. C'è meno sangue, nel nostro paese. Ma non per questo si è più vivi.

mercoledì, dicembre 06, 2006

Un'altra parte che se ne va

Ieri se ne è andato un altro pezzo di famiglia, per mezzo delle spoglie di un vecchio zio (in una giornata triste ed uggiosa, stranamente autunnale in questo autunno che non c'è).
Era una persona simpatica, sorridente, che sapeva vivere con sufficiente gaiezza.
Fumava molto e beveva alcolici in eccesso, ma trasmetteva sorrisi con naturalezza - in fondo poi se l'è portato via la solita malattia incurabile a 78 anni, non avrebbe tratto giovamento da una vita con meno vizi.
Quindi ha lasciato ricordi simpatici, caldi, piacevoli. E' stato un piacere salutarlo, e tra i parenti (i vecchi zii ed i non più giovani cugini, che si rivedono solo in queste occasioni) c'era una sorta di addolorata gratitudine per il modo in cui è vissuto.
Viaggi, emozioni, grandi feste e caciarose cene hanno popolato la sua vita. E incrociato la nostra, per fortuna.